Mosca annuncia la fine della pausa sui bombardamenti mentre gli USA minacciano di abbandonare i negoziati
- USA pronti a defilarsi dai negoziati senza progressi nei prossimi giorni
- Putin insiste su no alla NATO e controllo delle regioni annesse
- Zelensky rischia di perdere il sostegno americano
Le tensioni tra Russia e Ucraina raggiungono un nuovo picco mentre i negoziati di pace sembrano arenarsi. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha annunciato che la tregua di 30 giorni sui bombardamenti agli impianti energetici ucraini “è scaduta”, lanciando un chiaro segnale di possibile ripresa delle ostilità. Contemporaneamente, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a ritirarsi dai negoziati se non verranno registrati progressi concreti nei prossimi giorni: “Non è la nostra guerra, non l’abbiamo iniziata noi. Dobbiamo determinare molto rapidamente, e parlo di pochi giorni, se sarà fattibile trovare un accordo nelle prossime settimane o meno”. Le parole di Rubio riflettono la crescente frustrazione della Casa Bianca, con Donald Trump che sembra aver perso la pazienza dopo aver trascorso 87 giorni impegnandosi per porre fine al conflitto. Il presidente russo Vladimir Putin continua a insistere sulle stesse richieste: no all’adesione alla NATO di Kiev, controllo delle quattro regioni annesse e limiti rigidi alle dimensioni dell’esercito ucraino. Per Zelensky il rischio è di perdere l’unico tramite tra Kiev e Mosca, oltre alla certezza del sostegno americano – finanziario, politico e militare.